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Noi siamo i nostri genitori, oppure no?

All’interno di questo articolo vi parleremo di come Philippa Perry, autrice de “IL LIBRO CHE VORRESTI I TUOI GENITORI AVESSERO LETTO: come impostare la relazione tra genitori e figli”, propone di instaurare una relazione con i figli che possa essere soddisfacente, evitando possibili ostacoli e incentivando tutto quello che serve a migliorarla. Inoltre, nella parte conclusiva troverai anche un'esercitazione pratica.


La collega, malgrado non faccia riferimento al contesto sportivo, suggerisce di esaminare la “nostra” infanzia e l'influsso che esercita sull'essere genitori, gli errori che ci risparmieremmo tanto volentieri ma che quasi inevitabilmente commetteremo, e come possiamo cercare il modo di porvi rimedio.


siamo i nostri genitori?

Uno degli elementi essenziali è l'elaborazione dei sentimenti, la capacità di mettersi in sintonia con i figli per imparare a comprenderli meglio e la possibilità di instaurare un rapporto autentico invece di irrigidirsi in estenuanti schemi di conflitto o scontro. Buona parte della eredità emotiva di ciascuno di noi si colloca infatti ai margini della consapevolezza, il che talvolta rende difficile capire se nell'immediato stiamo reagendo al comportamento dei figli o se invece le reazioni sono radicate nel nostro passato emotivo.


Va obiettivamente detto che quello del genitore a volte è un “mestiere” difficile. Può risultare noioso, sconfortante, frustrante, faticoso e, al contempo, rivelarsi la cosa più divertente, allegra, appassionata e fantastica mai sperimentata. Dall'oggi al domani, il bambino diventa la priorità assoluta, sette giorni su sette e ventiquattr'ore su ventiquattro, soprattutto se pratica uno sport a livello agonistico. Avere un figlio potrebbe perfino farvi capire, finalmente, che cosa hanno dovuto affrontare i vostri genitori, e magari farveli apprezzare di più. Ma non dimenticatevi di identificarvi anche con i vostri figli. Il tempo trascorso a riflettere su come dovevate sentirvi da neonati o da bambini alla stessa età di vostro figlio vi aiuterà a stabilire con lui una relazione empatica e a sentirvi dalla sua parte quando si comporta in un modo che vi induce a volerlo allontanare.


Eccovi, quindi, un breve esercizio che vi permetterà di capire: "Ma da dove arriva questa sensazione?"


La prossima volta che vi sentirete in collera con vostro figlio (o proverete un altro sentimento esagerato), invece di reagire senza riflettere, fermatevi e domandatevi: "Questo sentimento appartiene completamente a questa situazione e a mio figlio nel presente? Come posso fare per considerarla dal suo punto di vista?" Un buon modo per trattenervi dal reagire è dire: "Ho bisogno di un certo tempo per pensare a quello che sta succedendo e usarlo per calmarmi". Anche se il bambino ha bisogno di essere guidato, non ha molto senso farlo quando siete arrabbiati, perché il rischio è che lui percepisca soltanto la vostra collera e non quello che state tentando di dirgli.


È difficile affrontare il modo in cui siamo stati trattati in passato e smettere di tramandarlo a un'altra generazione. Meglio evitare di reagire a una sensazione che non comprendiamo correttamente: dobbiamo invece osservarla e fermarci a riflettere.


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Il primo webinar inizia mercoledì 8 Novembre e tratterà proprio l'influenza e il ruolo dei genitori nello sport.
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