La pratica sportiva giovanile, se strutturata correttamente, rappresenta un'opportunità unica per gli adolescenti di sviluppare competenze cognitive, emotive e sociali fondamentali per una transizione ottimale verso l'età adulta (Johnston, Harwood e Minniti, 2013). Studi dimostrano che i giovani che praticano sport – singolarmente o insieme ad altre attività extrascolastiche – presentano livelli più elevati di autostima, regolazione emotiva e consapevolezza di sé rispetto a chi non partecipa a tali attività (Hansen, Larson e Dworkin, 2003; Harrison & Narayan, 2003). Tuttavia, un ambiente sportivo non adeguato può portare a effetti negativi come ansia o una percezione di sé negativa (Fraser-Thomas e Côté, 2009; Holt et al., 2009).
Il ruolo chiave dei genitori nello sport giovanile
I genitori sono centrali nel percorso sportivo dei figli, offrendo supporto economico, logistico ed emotivo (Camiré, Trudel e Forneris, 2009). Il loro comportamento influisce profondamente sull'esperienza sportiva degli adolescenti (Holt e Knight, 2014). Durante l'adolescenza, però, i giovani cercano maggiore autonomia, spingendo i genitori verso un ruolo di supporto piuttosto che di controllo diretto (Côté, 1999).
L'adolescenza è un periodo in cui i giovani desiderano sviluppare competenze e relazioni significative (Harter, 1998). I comportamenti genitoriali richiesti possono variare durante le competizioni, creando confusione su come agire (Knight, Neely e Holt, 2011). La qualità del coinvolgimento genitoriale è più importante della quantità, risultando determinante per lo stress o il divertimento degli atleti (Stein, Raedeke e Glenn, 1999).
Soddisfazione dei bisogni psicologici di base
Secondo Deci e Ryan (1985; 2000), i bisogni psicologici di base – autonomia, competenza e relazionalità – sono fondamentali per il benessere. Il loro equilibrio favorisce uno sviluppo positivo, sia nello sport che nella vita (Adie, Duda e Ntoumanis, 2008).
Autonomia
L'autonomia riguarda la percezione di controllo nelle scelte e azioni. Nello sport, questo si traduce nella possibilità di scegliere l'attività e affrontare i conflitti in modo indipendente. I genitori possono sostenere questa autonomia selezionando insieme ai figli le attività più adatte e lasciando spazio per sviluppare la loro indipendenza (Côté, 1999; Harwood e Knight, 2015). Quando sorgono conflitti, i genitori possono offrire consigli e intervenire attivamente solo in caso di necessità (Charbonneau e Camiré, 2019).
Competenza
Il bisogno di competenza è soddisfatto attraverso l'acquisizione di abilità e interazioni efficaci. I genitori devono prestare attenzione ai propri comportamenti, poiché espressioni di disapprovazione o reazioni emotive possono influenzare negativamente i giovani atleti (Bhalla & Weiss, 2010). Dopo una performance deludente, è fondamentale rispettare i tempi di elaborazione dei figli prima di fornire feedback positivi e costruttivi (Dorsch et al., 2009).
Relazionalità
La relazionalità implica il bisogno di creare legami positivi. La presenza dei genitori agli eventi sportivi è importante, ma una presenza eccessiva può essere percepita come controllo (Dorsch et al., 2009). Condividere aspettative reciproche aiuta a evitare tensioni e favorisce momenti di qualità che rafforzano il legame familiare (Harwood e Knight, 2015).
Conclusioni e implicazioni pratiche
Soddisfare i bisogni psicologici di base è essenziale per promuovere lo sviluppo degli atleti. I genitori possono svolgere un ruolo determinante scegliendo allenatori con approcci olistici e informandosi su come supportare efficacemente i figli nello sport (Knight e Holt, 2013).
Gli psicologi dello sport possono fungere da mediatori tra genitori e atleti, aiutandoli a mantenere una visione condivisa e favorendo il dialogo. Attraverso una guida professionale, è possibile gestire le apprensioni genitoriali e creare un ambiente sportivo positivo per i giovani.
Bibliografia
Adie, J. W., Duda, J. L., & Ntoumanis, N. (2008). Achievement goals, competition appraisals, and the psychological and emotional welfare of sport participants. Journal of Sport and Exercise Psychology.
Bhalla, J. A., & Weiss, M. R. (2010). A cross-cultural perspective of parental influence on children’s achievement and happiness. Psychology of Sport and Exercise.
Camiré, M., Trudel, P., & Forneris, T. (2009). High school sport programs: An avenue for learning life skills. Physical Education and Sport Pedagogy.
Charbonneau, E. F., & Camiré, M. (2019). Parental involvement in sport and the satisfaction of basic psychological needs: Perspectives from parent–child dyads. International Journal of Sport and Exercise Psychology.
Côté, J. (1999). The influence of the family in the development of talent in sport. The Sport Psychologist.
Deci, E. L., & Ryan, R. M. (1985). Intrinsic motivation and self-determination in human behavior. Springer.
Dorsch, T. E., Smith, A. L., & Dotterer, A. M. (2016). Individual, relationship, and context factors associated with parent support and pressure in organized youth sport. Psychology of Sport and Exercise.
Hansen, D. M., Larson, R. W., & Dworkin, J. B. (2003). What adolescents learn in organized youth activities: A survey of self-reported developmental experiences. Journal of Research on Adolescence.
Harwood, C. G., & Knight, C. J. (2015). Parenting in youth sport: A position paper on parenting expertise. Psychology of Sport and Exercise.
Knight, C. J., & Holt, N. L. (2013). Parenting in youth tennis: Understanding and enhancing children’s experiences. Psychology of Sport and Exercise.
Knight, C. J., Dorsch, T. E., Osai, K. V., Haderlie, K. L., & Sellars, P. A. (2016). Influences on parental involvement in youth sport. Sport, Exercise, and Performance Psychology.
Ryan, R. M., & Deci, E. L. (2000). Self-determination theory and the facilitation of intrinsic motivation, social development, and well-being. American Psychologist.
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