È naturale voler proteggere il bambino dai sentimenti difficili, ma non sono i suoi sentimenti a costituire un problema, ma semmai è il terrore che i genitori hanno dei suoi sentimenti e delle possibile reazioni.
Per questo motivo eccovi 9 consigli + 1 da dare ai genitori:
Accantonate qualsiasi blocco derivante dalla vostra infanzia per non sentirvi inibiti sul piano del calore umano, del contatto fisico, della presenza e della comprensione;
Create un ambiente domestico sicuro e armonioso nel quale poter elaborare le differenze;
Accettate che vostro figlio abbia bisogno di giocare con persone di tutte le età, di vivere esperienze che lo tranquillizzino, di molto tempo e attenzione da parte vostra;
Cercate di vedere le situazioni dal punto di vista del bambino oltre che dal vostro;
Aiutate il bambino a esprimere i suoi veri sentimenti (invece di quelli che vorreste che lui provasse) e cercate di avvalorare e comprendere le sue sensazioni e le vostre;
Non correte in suo soccorso e non suggeritegli le risposte ai suoi problemi, ma aiutatelo a trovare le sue soluzioni personali grazie allo scambio di opinioni con voi;
Delimitate i vostri confini, definendo voi stessi invece di dirgli come è lui;
Accettate l'idea che commetterà degli errori. Non state sulla difensiva al riguardo e riparate la situazione padroneggiando l'errore e compiendo ogni cambiamento necessario;
Rinunciate a vecchie dinamiche come quella vincente/perdente dedicandovi invece alla cooperazione e alla collaborazione.
Ricordate: subito prima di superare una nuova fase della nostra vita, diamo il peggio di noi. I giovani hanno bisogno di comprensione e sostegno per trovare la loro strada, e spesso l'unico modo che conoscono per esprimerlo è reagire negativamente alla frustrazione. Il più delle volte lo fanno in modo inadeguato rispetto a chi li circonda e alla società in generale, quando in realtà cercano solo un loro spazio all'interno della stessa.
“Quando avevo quattordici anni, mio padre era così ignorante che sopportavo a stento di averlo attorno. Ma, a ventun anni, rimasi sorpreso vedendo quanto aveva imparato in sette anni”
Mark Twain.
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